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Dal Modello 2D alla Progettazione 3D | PIANO BIM

Dal 2D alla progettazione 3D al BIM, un percorso verso la maturità

1 Dic, 2021 | Approfondimenti

È ormai un fatto storico come la disponibilità di software architettonici 3D non abbia provocato un passaggio alla progettazione 3D se non dopo che il BIM ha cominciato a diventare un concetto diffuso. In Italia e altrove.

Programmi di progettazione architettonica come Allplan o Archicad (Radar/Ch) sono nati negli anni ‘80 e dal 1990 in poi sono stati regolarmente distribuiti e diffusi presso tutti gli studi di architettura.
Ma nonostante questi e altri prodotti in grado di realizzare il disegno tridimensionale del progetto, la grande maggioranza dei progettisti ha utilizzato software 2D, in primis Autocad.

Possiamo quindi dire che, a parte chi si è dedicato ai modelli 3D ai fini di render e presentazioni, pochi hanno compiuto il passaggio dal 2D al 3D prima del 2010.

La progettazione in 3D

Questo ci porta a 2 considerazioni:

  • la maggiore produttività dei CAD 3D non è stata motivo sufficiente alla loro sistematica adozione.
  • Chi li ha adotatti non ha quasi mai modellato edifici virtuali, cioè prototipi del progetto, ma ha finalizzato il 3D alla sola visualizzazione, tralasciando aspetti come gli abachi, il computo, l’automazione delle tavole.

In definitiva, in Italia forse più che in altri paesi, scontiamo un forte ritardo nell’adozione di sistemi di progettazione tridimensionale. Solo oggi c’è la corsa a dotarsi di simili strumenti in funzione della realizzazione del BIM, ma siamo ancora legati al passaggio dal 2D al 3D, e non è ben chiaro quello successivo dal modello 3D al Modello BIM.

Tale maturazione, dal 3D al BIM Model, è strettamente legata alla consapevolezza dell’importanza dei dati all’interno del modello.

Class Detection: che cos’è?

A oggi il modello BIM è basato per la maggior parte sul modello geometrico, e la principale forma di coordinamento è la Clash Detection, cioè la ricerca delle interferenze geometriche.
Ma dobbiamo dare atto agli architetti di essersi avvicinati molto a questa transizione, mentre troppo spesso chi si occupa di ingegneria strutturale e ingegneria degli impianti non lo ha ancora fatto.

Tali figure si occupano principalmente del calcolo strutturale e del dimensionamento degli impianti, e questo motiva una certa ritrosia a passare alla sistematica modellazione di strutture e impianti.

Progettare 3D: alla base del coordinamento

Progettare 3D: alla base del coordinamento | PIANO BIM

Senza entrare nel merito delle difficoltà e criticità di queste modellazioni, risulta però evidente che avere il modello delle strutture e il modello degli impianti è la base per ogni possibile forma di coordinamento, anche della Clash Detection citata prima.
Con questo non voglio dire che non vengano modellate le parti ingegneristiche, ma che spesso questo non avviene in modo integrato al progetto, così da consentire il coordinamento, ma solo come risultato finale, con modelli che non sono frutto del processo BIM.

Spesso vengono utilizzate le potenzialità di modellazione di Revit o Archicad senza integrare i modelli con Tools specialistici, come MagiCAD, DDS-CAD, Tekla o AdvanceSteel, così che i modelli ottenuti sono quasi un sottoprodotto della progettazione architettonica.
Questo si accompagna troppo spesso a una modellazione che si evolve senza una chiara direzione. I Model Uses e i dati da inserire nel modello spesso non sono programmati.
Manca, in questo senso, una chiara maturità digitale, la ricerca di un percorso di uso digitale del progetto.

Da quanto detto appare chiaro che si deve lavorare su tre aspetti.

  1. L’analisi degli obiettivi del progetto, con un piano informativo digitale che renda chiaro il percorso da seguire.
  2. La modellazione di tutte le discipline necessarie, in modo integrato e coordinato.
  3. La definitiva maturazione del passaggio da 3D a BIM Model.

Passaggio da 3D a BIM: come fare?

Tutto questo può avvenire basandosi su alcuni principi.

  • La collaborazione all’interno del team; c’è un aspetto organizzativo e culturale da acquisire completamente, e uno tecnico, basato sull’utilizzo corretto degli strumenti.
  • La collaborazione tra i vari teams: troppo spesso le varie discipline e i partecipanti al progetto lavorano separatamente, scambiandosi poche informazioni.
  • Il raggiungimento di un livello di comunicazione adeguato, e della sua gestione a livello superiore. Anche in questo, ci sono ormai strumenti che rendono possibile e conveniente questo approccio.

In fondo, si tratta di dare senso alla formazione delle figure dei

  • BIM Specialist (la modellazione)
  • BIM Coordinator (il coordinamento)
  • BIM Manager (scrittura e gestione del processo).

La formazione trova un senso se le competenze hanno corretta applicazione, altrimenti resta un investimento oneroso.

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